Conservare memoria di sé, preservare l’identità e la dignità negata
“Conservare memoria di sé, preservare l’identità e la dignità negata”

Impronte dall’inferno

Un disegno dell’artista polacco Józef Szajna mi commuove particolarmente. A prima vista pare un’opera astratta, con molte forme uguali, disposte in file ordinate. Guardando meglio, invece, si intuisce che quelle forme sono figure umane stilizzate, ciascuna con la propria testa e la propria divisa a righe verticali. In realtà non sono affatto uguali, anzi, a uno sguardo più accurato, ci si accorge che le teste sono impronte digitali, ognuna diversa e unica.

Józef Szajna è stato un artista sopravvissuto ai campi di sterminio di Auschwitz e Buchenwald. Quel disegno, l’ha realizzato durante la sua prigionia, raccogliendo le impronte di alcuni suoi compagni di sventura. Il titolo dell’opera, “La nostra biografia”, amplifica il significato di quei ritratti, che sono al contempo testimonianza e affermazione delle vite rappresentate, a dispetto del contesto di assoluta mancanza di rispetto per la vita umana.

A parte rare eccezioni volute dai nazisti, non era consentita l’arte agli internati. Il disegno di Józef Szajna, come molti altri, era clandestino, realizzato con materiali di fortuna. E’ struggente immaginare il senso di forza interiore provati nel realizzare quel pericoloso gesto espressivo. Conservare memoria di sé, preservare l’identità e la dignità negata.

Mentre ricordavano a se stessi di essere ancora vivi, consegnavano a quel foglio il compito di ricordare nel futuro e di essere ricordati.

Quante biografie sono andate distrutte o ferite per sempre nei lager nazisti!

Ebrei, omosessuali, oppositori politici, zingari, portatori di handicap, prigionieri militari italiani (IMI) che hanno preferito l’internamento piuttosto che servire i tedeschi e la Repubblica di Salò.

Quanti “giorni della Memoria” sono stati celebrati per ricordare, affinché un simile orrore non si ripetesse più?

“Il seme psichico che ha permesso l’affermarsi del nazismo è sopravvissuto”

Il seme della ferocia

Invece in questi ottant’anni, tanti orrori si sono ripetuti, a più riprese, con sfumature diverse, in più parti del mondo, nel corso di guerre e persino in stato di pace. Perché se anche un solo essere umano è privato della libertà, della dignità o della vita per mano di chi crede che non ne abbia diritto, allora non è stato estirpato dalla Terra il seme psichico che ha permesso l’affermarsi del nazismo e dei suoi crimini.

Celebrare il “Giorno della Memoria” è importante, ma ora più che mai serve esercitare la “Memoria dei Giorni”, perché allora sono stati tanti i giorni che hanno preceduto la crescita di quel seme su ampia scala e molte le persone che lo hanno permesso.

“Cosa può fare l’individuo di fronte alla Storia?”

L’ago della bilancia della Storia

La Storia prende la strada dei valori più profondi che animano la società: se i valori più forti e diffusi sono di sopraffazione e disprezzo per gli altri, la Storia restituirà fatti coerenti con quei valori. Dunque c’è qualcosa che ciascuno di noi può fare di fronte alla Storia e oggi è ancora attuale il monito di Max Weber:

“Chi vive nel mondo non può esperire in sé nient’altro che la lotta tra una moltitudine di valori. Egli deve scegliere quale di questi dei vuole o deve servire”.

Proprio come ha suggerito Jung, ogni individuo è l’ago della bilancia della Storia.